Una riflessione sul tempo e su ciò che gli sopravvive in uno spazio circoscritto in cui passato presente e futuro sembrano confondersi. Incipit del lavoro è stata l’espressione finale di un documentario di Ansaldo Giannarelli del 1961, ambientato a Vallepietra, che descriveva la situazione di un piccolo borgo che già iniziava a spopolarsi e «domani chissà… forse». L’autrice ha voluto andare a vedere che cosa fosse successo a Vallepietra a distanza di quasi 60 anni, scoprendo incredibilmente un paese arrestatosi nel tempo attraverso la dimensione di comuni situazioni, costumi e personaggi che accorpano passato presente e futuro. Un’ analisi soggettiva sulle trasformazioni fruitive di una realtà sociale arretrata che ha visto, a distanza di quasi sessant’anni, ridursi drasticamente la sua popolazione.
Il Premio Cesare Zavattini viene da lontano: a lungo si è discusso in seno alla Fondazione Aamod su come favorire i giovani nell’accesso e nel riuso del patrimonio filmico conservato negli archivi. Il progetto che ne è scaturito ha poi assunto una sua identità peculiare, fondendo la dimensione formativa con quella produttiva. La formula, già presente nella prima edizione del 2016, si è via via consolidata nelle successive. Al Premio possono concorrere, dunque, attraverso un bando pubblico, giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un cortometraggio documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie i progetti finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a incontri formativi e di sviluppo guidati da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.
L’iniziativa intende stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, anche il ‘tradimento’ o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio. Non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.
Tutte le informazioni sul sito
www.premiozavattini.it