Gigi fa il vigile in un paese di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida, gettandosi sotto un treno. Non è la prima volta. Lì comincia un’indagine su questa misteriosa
serie di suicidi che si consuma in uno strano mondo di provincia in bilico tra realtà e fantasia, dove un giardino può anche essere una giungla e un poliziotto avere un cuore sempre pronto ad innamorarsi e a sorridere.
Note di regia:
In questo cinema del possibile, o proprio nella possibilità che il cinema – quello vero – apprende dall’inafferrabilità della vita, si situa Gigi la legge, il nuovo film di Alessandro Comodin che torna nel concorso principale con il suo terzo lungometraggio. Cantore di eroi fragili e indimenticabili, capaci di conquistare gli spettatori mettendo a nudo con disarmante onestà le proprie debolezze, più che dimostrando i propri punti di forza, Comodin torna nelle sue terre d’origine lavorando con un personaggio familiare, modesto poliziotto di provincia, romantico e solitario, alle prese con una società che sembra respingerlo per le sue piccole eccentricità, riflessi manifesti del suo vedere il mondo attraverso una lente differente (…) Ma tutto nei movimenti sinuosi del poliziotto di mezza età, a cui piace cantare e fantasticare mentre insegue potenziali nemici, si traduce nella consapevolezza di essere soli di fronte al destino, che sia l’orizzonte ormai negato dall’altezza delle fronde, la donna come alterità sognata ma irraggiungibile, o l’insondabilità del cuore umano che talvolta è così lontano dalla lucidità della legge.