Corpus Christi

Corpus Christi

Corpus Christi

di Judith Davis

Anno: 2018

Paese: Francia

Durata: 88'

Daniel è un ventenne che vive una trasformazione spirituale mentre sconta la sua pena in un centro di detenzione. Daniel vorrebbe farsi prete ma questa possibilità gli è preclusa per la sua fedina penale. Uscendo dal centro di detenzione, gli è assegnato un lavoro presso un laboratorio di falegnameria in una piccola città, ma al suo arrivo, una serie di equivoci lo porta ad essere scambiato per un sacerdote e inizia a professare in una piccola parrocchia. La comparsa di questo giovane e carismatico predicatore diventa l’occasione per la comunità, scossa da una tragedia avvenuta qualche tempo prima, per cominciare a rimarginare le sue ferite.

Gli amori di Suzanna Andler

Gli amori di Suzanna Andler

Gli amori di Suzanna Andler

di Benoît Jacquot

Anno: 2021

Paese: Francia

Durata: 91'

Saint-Tropez d’inverno. Dentro una villa disabitata, Suzanna Andler esita tra suo marito e il suo amante. Parigina, nascosta dietro la sua classe e la sua fortuna, Suzanna ha sposato anni prima Jean Andler, gran borghese ricco e infedele. Oggi è intrappolata in un matrimonio agiato e deve scegliere tra una vita di moglie e di madre, governata dalle convenzioni, e un’esistenza libera ma più rischiosa, incarnata dal suo giovane e squattrinato amante. Alla ricerca di un’impossibile emancipazione, Suzanna Andler parla a mezza voce, dice delle verità, le sue che non sono sempre le stesse e inciampano nelle bugie. Pronunciate per paura o come un riflesso vitale mentre il sole tramonta sul Mediterraneo e sugli amanti riuniti che sembrano già mancarsi. Il risultato è un uragano lento che travolge una grande villa sul mare, lasciando entrare la sua aria densa, il richiamo acuto dei gabbiani e la luce del cielo. L’edificio maestoso non fa mai dimenticare il testo, un poema a quattro voci (Suzanna, l’amante, il marito e l’amica), un’architettura asciutta, precisa nelle indicazioni sceniche come negli incessanti slittamenti delle parole che i personaggi pronunciano per dire ciò che fanno e ciò che provano. Soprattutto Suzanna, sopravvissuta alle fughe del marito pluri-fedifrago e distante. Nel triangolo durasiano uno dei vertici è sempre assente. Dovrebbe lasciarlo ma la sua vita dimora nella menzogna, che serve sostanzialmente a produrre altre parole, ad avvicinare una verità sempre altrove. La protagonista trascende la realtà con ellissi, scarti di parole, come per sfuggire al rischio di innamorarsi a sua volta di un altro uomo o di rinunciare al lusso che gli offre il volubile consorte.

Sulla infinitezza

Sulla infinitezza

Sulla infinitezza

di Roy Andersson

Anno: 2019

Paese: Svezia

Durata: 76'

Riflessione sulla vita umana in tutta la sua bellezza e crudeltà, splendore e banalità. Momenti insignificanti assumono lo stesso significato degli eventi storici: una coppia fluttua su una Colonia devastata dalla guerra; sulla strada per una festa di compleanno, un padre si ferma a legare i lacci della figlia sotto la pioggia battente; le ragazze adolescenti ballano fuori da un bar; un esercito sconfitto marcia verso un campo di prigionia. Un caleidoscopio di tutto ciò che è eternamente umano, una storia infinita della vulnerabilità dell’esistenza.

Adorazione

Adorazione

Adorazione

di Fabrice Du Welz

Anno: 2019

Paese: Belgio, Francia

Durata: 98'

Paul ha dodici anni e passa le sue giornate nei boschi che circondano la clinica psichiatrica in cui lavora sua madre. I due vivono soli nelle vicinanze dopo l’abbandono del padre di Paul. Al ragazzo piace prendersi cura degli uccelli del bosco, e tra gli alberi incontra un giorno Gloria, una ragazza in cura presso la clinica il cui fascino è pari solo alla sua instabilità mentale. Paul si lascia convincere a seguirla e insieme scappano dalla clinica, in cerca di una misteriosa salvezza.

L’ultimo lungometraggio di Fabrice Du Welz è un’opera di grande intensità sensoriale, che eleva una premessa narrativa piuttosto standard attraverso un tono, uno stile visivo e una prossimità al nervo emotivo dei personaggi che si vede raramente sullo schermo.

Strenuo difensore dell’uso della pellicola, il regista belga cattura il viaggio nella natura di Paul e Gloria con realismo poetico, tra fiumi e boschi bagnati di luce come una rugiada estiva. I due ragazzi sono in fuga tanto dalle autorità quanto dal tempo stesso, in un’atmosfera che rifiuta la contemporaneità e sembra nascondersi in un passato sospeso.

Adoration non è però soltanto comunione dei sensi: quello sui protagonisti è un lavoro di caratterizzazione raffinato e singolare, in equilibrio sul ripido crinale delle due età abitate da Paul e Gloria. Uno è certo di non voler fare male a nessuno, l’altra gli assicura che presto cambierà idea. Uno è pervaso da una purezza ancora infantile, che inventa dialoghi con gli uccellini e non vuole vederli morire; l’altra non abbassa mai lo sguardo e ha una storia inquietante sempre pronta. Eppure sono entrambi precisamente a metà tra l’essere bambini e giovani adulti, uno stato mutevole, cangiante, che Du Welz fa risaltare come un riflesso del sole sul fiume, e che aggiunge un senso di disagio e verità alla loro attrazione.

La donna del fiume

La donna del fiume

La donna del fiume

di Lou Ye

Anno: 2000

Paese: Germania, Cina, Francia

Durata: 83'

L’amore come desiderio, ossessione, traguardo impossibile. È questa la Cina che ci racconta il regista Lou Ye. La donna del fiume – Suzhou River è un film del 2000, portato adesso in sala da Wanted Cinema nella versione restaurata che avevamo visto a Berlino. Il risultato è di grande effetto.

Lou Ye conosce il cinema occidentale, ma lo reinventa col suo tocco personalissimo. Come altri cineasti della sesta generazione, si concentra sul lato nascosto dell’Oriente. Si sofferma sulla povertà, sui sentimenti che implodono, sul disincanto di una società che vede un futuro fatto di ombre.

Al centro c’è il fiume, e tramite il suo scorrere prendono vita storie, miti, leggende. L’incedere delle chiatte e le sirene ci riportano a L’Atalante, a Jean Vigo. Gli scambi dei volti, il ritorno di vecchie passioni che si pensavano finite per sempre, è invece un omaggio a La donna che visse due volte. Ma Suzhou River non è un gioco cinefilo. È un flusso di coscienza, un viaggio nel cuore di tenebra, dove al posto della foresta ci sono enormi strutture di cemento che sembrano poter crollare da un momento all’altro.