Piccolo corpo

Piccolo corpo

Piccolo corpo

di Laura Samani

74^ Festival di Cannes - Semaine de la Critique, Toronto International Film Festival, Globo d’Oro - Premio Miglior Film d’Esordio

Anno: 2021

Paese: Italia - Francia - Slovenia

Durata: 89’

Italia, 1900. La giovane Agata perde sua figlia alla nascita. Secondo la tradizione cattolica, l’anima della bambina è condannata al Limbo. Agata sente parlare di un luogo in montagna, dove i neonati vengono riportati in vita per un solo respiro, per battezzarli e salvare la loro anima. Intraprende il viaggio con il corpicino di sua figlia nascosto in una scatola e incontra Lince, un ragazzo solitario che si offre di aiutarla. Partono per un’avventura che permetterà ad entrambi di avvicinarsi al miracolo.

Note di regia

“La pratica di far resuscitare i putti era ovviamente mal vista dalla Chiesa, perché considerata abuso di sacramento e paragonabile alla stregoneria. Agata affronta un viaggio ai confini di ciò che non conosce, abbandonando le proprie radici, rischiando di perdere sé stessa e la propria vita. Il suo desiderio cosciente è dare un nome a sua figlia per poi potersene separare, ognuna fattasi entità distinta. Ma in realtà questo viaggio è un modo per prolungare quella condizione di simbiosi che Agata aveva condiviso per mesi con sua figlia, una sorta di continuazione della gravidanza, in cui il ventre si sposta metaforicamente sulla schiena, divenendo il peso che porta sulle spalle. Il suo viaggio è fisico, ma diventa trascendentale”.

Margini

Margini

Margini

di Niccolò Falsetti

79^ Festival Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (Settimana Internazionale della Critica)

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 91’

Grosseto, 2008. Edoardo, Iacopo e Michele sono i giovani membri di un gruppo punk. Stanchi di suonare tra sagre e feste dell’Unità, hanno finalmente l’occasione di riscattarsi aprendo la data bolognese dei Defense, famosa band punk hardcore americana. Quando il concerto viene annullato, i tre non si danno per vinti: se non possono andare a Bologna a suonare con i Defense, allora saranno i Defense a venire a Grosseto. Il piano, però, si rivela più difficile del previsto: i paradossi della vita di provincia trasformano ogni dettaglio in un problema insormontabile, mettendo in discussione la riuscita dell’impresa ma soprattutto ciò a cui i tre tengono di più: la loro amicizia.

Note di regia

“Avete presente quando si torna da un concerto con ancora tutto il casino in testa? Noi si tornava da Roma, da Firenze, da Bologna ancora carichi dalla sera prima, per il pogo e per la band che aveva suonato e non vedevamo l’ora di chiuderci in sala prove per scrivere quel nuovo pezzo di cui s’era chiacchierato in viaggio. Poi si scendeva dal treno, uscivamo nel piazzale della stazione di Grosseto e intorno a noi c’era quella strana, disturbante, tranquillità. E la sensazione che non sarebbe mai successo niente. Questo è stato il punk per noi. La provincia aveva deciso che non saremmo stati i punk ribelli, i duri di strada di Londra, New York o Berlino. Quelli andavano bene per le nostre t-shirt, per le copertine dei dischi che compravamo, per i poster che riempivano le nostre camere. Abbiamo visto in questo spiraglio un potenziale narrativo enorme: da un lato è l’occasione per parlare della nostra generazione attraverso uno sguardo inedito. Dall’altro c’è la provincia, con tutto il suo enorme coefficiente di immedesimazione e la sua poetica. E, soprattutto, c’è il contrasto fra queste due dimensioni. Ecco, Margini è la storia di questo contrasto”.

Marcia su Roma

Marcia su Roma

Marcia su Roma

di Mark Cousins

79^ Festival Internazionale d’Arte Cinematografica Venezia - Giornate degli Autori

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 97’

Con raro materiale d’archivio e con il suo caratteristico stile narrativo, Mark Cousins racconta l’ascesa del fascismo in Italia e il suo espandersi in Europa negli anni Trenta. In Marcia su Roma, che è al tempo stesso un film saggio e un documento storico, il regista contestualizza la storia osservando il mondo contemporaneo, mostrando un paesaggio politico oggi caratterizzato da un’inquietante estrema destra e un uso manipolatorio dei media.

Note di regia

“La politica di estrema destra è presente in molti luoghi. Sono cresciuto nell’Irlanda del Nord degli anni Settanta, i nostri anni di piombo, quelli dei disordini politici e settari. Era un periodo di guerra a bassa intensità – ribattezzata The Troubles – , ed era anche un periodo in cui il governo britannico operava in clandestinità con i paramilitari di estrema destra per reprimere il movimento per i diritti civili. Le insidie della destra, perciò, hanno sempre fatto parte della mia vita. All’inizio degli anni Novanta ho co-diretto un film, Another Journey by Train, in cui cercavo di smascherare l’estrema destra in Francia, Scozia, Austria e Germania. Insomma, è un argomento che ha attraversato gran parte della mia carriera e il centenario della Marcia su Roma era una buona occasione per tornarvi”.

Let’s kiss

Let’s kiss

Let's kiss | Franco Grillini, storia di una rivoluzione gentile

di Filippo Vendemmiati

Premio “Nastri d’Argento” - Cinema del Reale, Festa del Cinema di Roma - “Alice nella Città”, Italian Film Festival Berlin (Premio Miglior Film)

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 83’

Il film è incentrato sulla figura di Franco Grillini, bolognese, classe 1955, figlio di contadini laureato in pedagogia, uomo politico e gay tardivo, da sempre impegnato nella lotta per il riconoscimento dei diritti civili LGBT. Attraverso il racconto in presa diretta fatto dal protagonista, il biopic, con tono leggero e materiale documentale inedito, ricostruisce oltre trent’anni di storia politica e testimonia una lotta dura e gentile nel nome della dignità e dell’uguaglianza.
Un viaggio anche sentimentale lungo i luoghi della vita: dalla casa natale in campagna all’università, dalle vecchie sedi di partiti scomparsi fino al Parlamento, passando per le strade e le piazze dei Gay Pride, da Roma a New York. Le tappe di Franco Grillini scandiscono lotte e conquiste, ma anche l’evoluzione dell’approccio sociale e dei media ad un tema che ancora oggi, pur riguardando milioni di persone, resta fortemente divisivo quando non ignorato.

Note di regia

“Conosco Franco Grillini da più di 40 anni, da quando ventenni condividevamo in una piccola organizzazione della sinistra, la stessa passione e lo stesso impegno politico. Alcuni anni dopo me lo ritrovai tra i fondatori nazionali dell’Arcigay, io che nella stessa associazione, l’Arci, mi occupavo di cinema e come tanti allora – il pregiudizio era ovunque molto radicato – mi dissi: «Ma come? Non ci posso credere». Negli anni abbiamo percorso strade parallele, seguendoci sempre a distanza con grande stima e interesse reciproco. Lui e le sue battaglie di libertà, io e il mio lavoro così tormentato di “giornalista-regista”. Franco è una persona colta, un oratore formidabile dotato di vero carisma, sa usare l’ironia e la provocazione, ha una memoria formidabile, ma soprattutto è uno che ci crede”.

Brotherhood

Brotherhood

Brotherhood

di Francesco Montagner

74^ Locarno Film Festival (Pardo d’Oro - “Cineasti del Presente”), Festa del Cinema di Roma - “Alice nella Città”

Anno: 2021

Paese: Italia - Repubblica Ceca

Durata: 97’

Jabir, Usama e Uzeir, sono tre giovani fratelli bosniaci, nati in una famiglia di pastori. Sono cresciuti all’ombra del padre, Ibrahim, un predicatore islamista severo e radicale. Quando Ibrahim viene condannato a due anni di carcere per terrorismo, i tre fratelli vengono improvvisamente lasciati soli. La temporanea sospensione degli ordini e dei comandamenti del padre cambia drasticamente la loro vita. I fratelli esplorano la loro libertà appena acquisita nel difficile viaggio per diventare uomini. Crescere non è mai stato più intimo ed estenuante: mentre lottano, combattono e si affrontano, vediamo le loro identità distinte che si sviluppano davanti ai nostri occhi.

Note di regia

“Brotherhood non è solamente un romanzo di formazione: è un’indagine su cosa significa diventare uomini, con la capacità di accettare di deludere chi ci ha cresciuto, se questo significa poter diventare la persona che si vuole essere. Imparare a lasciar andare l’infanzia e l’adolescenza per diventare adulti, con tutte le sofferenze e i sacrifici che comporta. In questo contesto patriarcale, il ruolo del padre ha un significato molto forte per un adolescente che ha bisogno di una guida per crescere. È una storia intima e universale sulla mascolinità, la ricerca di un’identità e la necessità di affrontare la scomoda presenza di un padre-padrone”.

Il legionario

Il legionario

di Hleb Papou

74^ Locarno Film Festival (Premio alla Migliore Regia - “Cineasti del Presente”), Annecy Cinéma Italien, Festa del Cinema di Roma

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 81’

Puoi fare finta di niente, ma in questo momento a Roma si sta consumando una battaglia. Migliaia di persone disperate sono costrette a occupare palazzi inabitati per rivendicare il diritto ad avere un tetto sopra la testa. Le forze dell’ordine hanno il dovere di tutelare la legge e di impedire che questo avvenga. Daniel, nato a Roma da genitori africani, è cresciuto in un palazzo occupato. Molti anni fa ha deciso di andarsene per farsi una nuova vita ma adesso è costretto a ritornare. Questa volta, però, in divisa da poliziotto del Primo Reparto Mobile della Polizia di Stato. La sua missione è sgomberare il palazzo in cui ancora vivono sua madre e suo fratello, che intanto è diventato il leader degli occupanti. Daniel, celerino tra gli occupanti e occupante tra i celerini, deve scegliere: restare fedele al suo corpo di polizia o salvare la propria famiglia dallo sgombero.

Note di regia

“L’ idea nasce da un’immagine che mi era venuta in mente, che è quella di un celerino nero. Partendo da quell’immagine, ho sviluppato la storia decidendo di ambientarla dentro i palazzi occupati romani, girandola e ambientandola in un palazzo in particolare che si trova nel quartiere Esquilino, un quartiere centrale e quindi anche borghese. Ecco perché non è un film di periferia. Avevo una forte esigenza di raccontare questa storia andando oltre gli stereotipi, il pietismo, la retorica, il buonismo. Avevo l’esigenza di urlare che l’attualità italiana è questa”.

La macchina delle immagini di Alfredo C.

La macchina delle immagini di Alfredo C.

La macchina delle immagini di Alfredo C.

di Roland Sejko

78^ Festival Internazionale d’Arte Cinematografica Venezia - Orizzonti Extra

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 76’

Aprile 1939. L’Italia fascista occupa l’Albania. Migliaia di operai, coloni e tecnici italiani vengono trasferiti nel paese. Novembre 1944, l’Albania è liberata. Il nuovo regime comunista chiude i confini e pone all’Italia decine di condizioni per il rimpatrio dei suoi concittadini. Nel 1945 in Albania si trovano trattenuti 27.000 italiani tra reduci e civili. Tra di loro c’è anche un operatore cinematografico. Alfredo C., operatore della propaganda fascista, ha girato per cinque anni l’Albania con la sua cinepresa. Prima, per quasi un ventennio, ha immortalato la grande macchina del regime. Ora, per uno scherzo del destino, ad Alfredo è richiesto di lavorare per la propaganda comunista. Chiuso nel suo magazzino, circondato da migliaia di pellicole, Alfredo rivede su una vecchia moviola quello che ha girato.

Note di regia

“La 
storia degli italiani trattenuti in Albania dal regime comunista è quasi dimenticata; la chiave per raccontare è arrivata, come spesso succede, per caso. Quando, tra i documenti dell’Archivio Centrale d’Albania, in una richiesta di rimpatrio ho notato un nome che conoscevo: era l’operatore dell’Istituto Nazionale Luce. La sua storia, intrecciata con le immagini e le storie di altri, dava l’occasione per elaborare alcuni temi: l’onnipresenza e le tecniche della propaganda, l’incombenza degli eventi storici sui destini personali, la responsabilità della folla e quella dei singoli. E una riflessione sulla responsabilità – di oggi, come di ieri – di chi produce immagini, e di chi le vede”.

Atlantide

Atlantide

di Yuri Ancarani

78^ Festival Internazionale d’Arte Cinematografica Venezia - Orizzonti, Festa del Cinema di Roma, Filmmaker Festival

Anno: 2021

Paese: Italia - Francia - USA - Qatar

Durata: 104’

Daniele è un giovane di Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia. Vive di espedienti ed è emarginato anche dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago, che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sulla elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione. Anche Daniele sogna un barchino da record, ma tutto ciò che fa per realizzare il suo sogno e guadagnarsi il rispetto degli altri finisce per rivoltarglisi contro, tragicamente. Il degrado intacca le relazioni, l’ambiente e le pratiche di una generazione alla deriva; il punto di non ritorno è una balorda storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un trip di naufragio psichedelico.

Note di regia

“A
tlantide è un film nato senza sceneggiatura. I dialoghi sono rubati dalla vita reale, e la storia si è sviluppata in divenire durante un’osservazione di circa quattro anni, seguendo la vita dei ragazzi. Questo metodo di lavoro mi ha dato la possibilità di superare il limite di progettazione tradizionale nel cinema: prima la scrittura e poi la realizzazione.
Così il film ha potuto registrare in maniera reattiva questo momento di grande cambiamento di Venezia e della laguna, da un punto di vista difficile da percepire, attento allo sguardo degli adolescenti.

Call for Kinetta

Call for Kinetta

Call for Kinetta

La raccolta fondi per il circolo ARCI-UCCA di Benevento

Kinetta si rivolge a chiunque abbia a cuore la riapertura dello Spazio Labus!

Dal 2015 l’associazione promuove nel beneventano attività legate al cinema e alle arti visive, ma anche alla musica e alla poesia con proiezioni, laboratori, esposizioni, ricerca e co-produzioni, proponendosi come alternativa ai multisala in favore di quei film che spesso rimangono “invisibili”. Condivide infatti la sua missione con ARCI-UCCA nella quale è entrata a far parte dal 2018, grazie alla collaborazione e allo scambio di idee con la presidentessa Chiara Rigione.

“Lo scorso maggio, la visionaria presidentessa Chiara Rigione ci ha lasciato. Chiara è stata mente e motore dell’associazione Kinetta, coinvolgendo persone di tutte le età, realizzando cortometraggi e videoclip, collaborando con artisti e promotori culturali, lavorando con le memorie degli archivi audiovisivi e cooperando in fitte reti territoriali”

Grazia al contributo dei sostenitori l’obbiettivo è quello di mandare avanti il lavoro svolto da Rigione e restituire al territorio un importante centro culturale.

“Riapriremo le porte dello storico Spazio Labus a Benevento tra memorie e nuovi progetti, con tanti film, idee, sogni e visioni per il futuro”

QUI per sostenere Kinetta!

Roberto Roversi confermato Presidente di Ucca

Roberto Roversi confermato Presidente di Ucca

Al centro le giovani generazioni e le loro attuali esigenze culturali e formative

Roberto Roversi è confermato alla presidenza di UCCA, Unione dei Circoli Cinematografici Arci, associazione nazionale di promozione della cultura cinematografica attiva dal 1967.

Il Congresso, durante il quale sono stati eletti gli organismi dirigenti, si è svolto a Bologna presso Porta Pratello il 16, 17 e 18 giugno. Tre giorni di riflessione e dibattito sul panorama dell’audiovisivo in continua trasformazione ed il conseguente ruolo dell’associazionismo nella cultura cinematografica

Possiamo tentare di insediarci in aree vulnerabili, marginali o peri-urbane, che si percepiscono come prive di opportunità così come di vivacità economica, sociale e culturale, tornando a costituire i nostri preziosi presidi di inclusione sociale e a condividere il nostro gigantesco patrimonio di saperi e passione civile e a dare l’innesco ad esperienze che possano creare comunità?” 

È questa la sfida che propone Roversi, consapevole della capacità di UCCA di saperla cogliere, come dimostrato dall’instancabile lavoro svolto da Chiara Rigione, Presidente del Circolo Kinetta di Benevento, scomparsa prematuramente, che è stata ricordata durante il Congresso e omaggiata attraverso la proiezione del suo cortometraggio “Domani chissà, forse”.

“Dobbiamo raccogliere le grida di allarme e le richieste di aiuto che ci vengono quotidianamente rivolte da quelle piccole distribuzioni indipendenti che non trovano letteralmente più sale disposte a proiettare i loro film, considerati poco o nulla remunerativi.” 

Roversi auspica infatti un allargamento della struttura di UCCA per affrontare un mercato dell’audiovisivo che ha sempre più bisogno della sua presenza. Risulta necessario un team di lavoro che affianchi presidente e coordinatrice: un gruppo di progettazione che risponda alla necessità di reperire risorse e un collaboratore che si occupi di comunicazione sia con la base associativa che con il comparto audiovisivo.

QUI l’intervento integrale di Roberto Roversi.